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Caso Gesturist: la seconda udienza

By 20 Febbraio 2015 No Comments

Un capo d’accusa “la ricostruzione di una falsa rappresentazione della realtà circa l’esistenza di un preesistente diritto di prelazione dei soci”, inducendo in errore i consiglieri comunali che hanno votato la delibera del 2010, secondo il giudice non sussiste. O meglio non sussiste in riferimento alla delibera del consiglio comunale numero 37 del giugno 2010. Il giudice ha però richiesto al pubblico ministero Filippo Santangelo di riformulare il capo d’accusa inerente la delibera numero 53 del 9 agosto 2010, quando il consiglio comunale decise per la procedura di vendita. In questa delibera infatti, secondo il giudice, si potrebbe configurare un reato.

Da qui il rinvio al prossimo 6 marzo in tribunale a Forlì. Così si è conclusa la seconda udienza del caso Gesturist con la richiesta di rinvio a giudizio, inviate al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Forlì dal procuratore Sergio Sottani e dal pubblico ministero Filippo Santangelo. Riguardano i personaggi più in vista dell’inchiesta, mentre la posizione dell’altra metà degli indagati, composta da tecnici che avevano lavorato sulla scissione, risulta archiviata.

La richiesta di rinvio a giudizio ha colpito Terzo Martinetti, che è stato nel tempo direttore generale, procuratore speciale, consigliere e amministratore delegato di Gesturist; l’ex direttore generale del Comune, Anna Maria Ori; l’ex sindaco Nivardo Panzavolta, l’ex presidente di Gesturist, Giancarlo Paganelli; il ferrarese Stefano Grandi, presidente di Gesturist Spa dal 28 marzo 2011; il consulente riminese Roberto Camporesi.

Quattro i capi di imputazioni per cui viene richiesto il rinvio a giudizio. Su Martinetti, Panzavolta e la Ori pende “la ricostruzione di una falsa rappresentazione della realtà circa l’esistenza di un preesistente diritto di prelazione dei soci” di Gesturist sul patrimonio societario del Comune, “procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale ai soci non pubblici” tramite la clausola sulla prelazione. Per questo viene chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e falso materiale.

porto canale, comunePaganelli e Martinetti sono accusati, in concorso e nella qualità di incaricati di pubblico servizio, di aver chiesto per Cesenatico Servizi srl nell’ultimo giorno dell’amministrazione Panzavolta, il 31 maggio 2011, la cessione di crediti pro-soluto al Comune di oltre 3 milioni e mezzo di euro, mentre quelli spettanti e poi certificati ammontavano a poco più di 750mila euro.

Grandi e Martinetti sono accusati di aver procurato un danno al Comune di quasi 55mila euro per un pagamento in 4 tranche erogato in virtù di un atto falso prodotto da sconosciuti in nome e per conto di Cesenatico Servizi srl.

Infine, i 6, con ruoli diversi, sono accusati di truffa in concorso, perchè grazie a compiacenti consulenze tecniche avrebbero “gonfiato” i valori dei beni di proprietà e di fusione. Il danno per il Comune sarebbe superiore ai 4 milioni di euro. La cifra complessiva di sopravvalutazione di 4.039.635 euro sarebbe dovuta per 2.172.635 euro da sopravvalutazione dei servizi di manutenzione, per 1.067.000 da sopravvalutazione della partecipazione della Vena srl, per 800mila da crediti inesigibili.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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