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Dopo quasi mezzo secolo spunta dal terreno una cassaforte rubata. E’ l’ultimo, spettacolare rinvenimento dello staff del Comitato Ricerche Belliche “CRB 360°” che – sotto il coordinamento di Walter Cortesi – continua a riportare alla luce reperti di inestimabile valore storico.

Questa volta, però, i metal detector di Lorenzo Bettini e Claudio Pasolini non si sono imbattuti nel classico reperto di guerra, ma in un oggetto molto più recente: una pesante cassaforte a muro rinvenuta nella zona dell’ex aeroporto militare nella frazione di Ponente.

“Si tratta – spiega Cortesi – molto probabilmente di una cassaforte rubata. I ladri, dopo averla aperta, hanno bruciato tutti i documenti custoditi al suo interno, ma tra i carteggi anneriti e ormai decomposti sono ‘sopravvissute’ un paio di foto polaroid, che ritraggono le perimetrie catastali di un’abitazione che, con ogni probabilità, doveva sorgere non molto distante dal luogo del ritrovamento”.


E proprio i titolari di quell’abitazione dovrebbero essere, a rigor di logica, le vittime di quel furto perpetrato circa mezzo secolo fa. I ladri, con ogni probabilità, sono giunti sul posto con una vettura (la cassaforte pesa infatti circa 70 chili, troppo per essere trasportata a mano). A quel punto, per far perdere le loro tracce, devono aver deciso di seppellire quella pesante cassetta di ferro che, per 50 anni, è rimasta sepolta dallo sterrato.
Individuata grazie ai sofisticati metal detector di profondità, i ricercatori del CRB 360 hanno pazientemente monitorato l’area, scavando pian piano un grosso buco dal quale è emersa la cassaforte. Aperta grazie all’ausilio di un fabbro, la cassetta ha poi rivelato il suo contenuto dando il “la” ad una nuova indagine e ad una nuova storia.

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