I bus turistici sono una presenza familiare a Cesenatico. Solo loro, infatti, soprattutto all’inizio e alla fine dell’estate, che portano negli alberghi della città quei gruppi di vacanzieri che contribuiscono a dare sostenibilità economica alle imprese ricettive in quei mesi notoriamente meno appetibili.
E poiché i contratti con questi gruppi, perlopiù formati da anziani, si formalizzano di solito in largo anticipo (dicembre-gennaio), molti albergatori della città si ritrovano ancora sul cartellone quelle prenotazioni. Ora, nel caso in cui le attività riaprano a tempo debito, la domanda più stringente è: poiché nella fase 2 sarà obbligatoria la distanza sociale, come diavolo faranno ad arrivare i bus turistici a Cesenatico?
Diciamo, in primis, che il settore – formato in Italia da 25mila lavoratori e da 6mila imprese – in questo momento è letteralmente in ginocchio. Da due mesi, infatti, il fatturato che si aggira attorno a circa 2,5 miliardi di euro all’anno è stato azzerato, con preoccupanti ripercussioni anche su tutta la filiera dell’auto-trasporto (carburanti, meccanici, autostrade, assicurazioni, gommisti, ecc…). Per la sola settimana pasquale il Comitato Bus Turistici Italiani ha stimato perdite per 76 milioni di euro.
Dunque, molte aziende rischiano il default e, quando la situazione tornerà alla normalità, è probabile che alcune non riusciranno nemmeno più a riaprire. Ma il vero ostacolo a questa tipologia di spostamento così preziosa per il nostro turismo sono i nuovi modelli sociali di comportamento che il Governo sta studiano e che, presumibilmente, rivoluzioneranno il sistema dei trasporti italiani.
Tuttavia, le nuove regole non saranno di facile applicazione. Perché, per evitare gli assembramenti, si possono scaglionare gli orari sui mezzi pubblici o nelle metropolitane, ma per un gruppo di vacanza la questione è più complessa. Mantenere le “distanze sociali” su un autobus turistico vuol dire allargare i sedili, ridurre il numero di viaggiatori e dunque anche gli introiti per la compagnia che, pur avendo gli stessi costi fissi, incasserà cifre molto più basse, forse inadeguate a dare un senso economico a quel viaggio.
Insomma, per quanto ci si possa armare di fantasia, è difficile immaginare come quei gruppi turistici possano raggiungere, nel caso, la nostra città. Con le auto, in treno? Quando sarà il momento di riaprire gli alberghi, qualcuno dovrà rispondere anche a queste domande.