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“Aprire a tutti i costi, alla fine, potrebbe anche rivelarsi controproducente. Per questo, più che pensare al ‘quando’, forse sarebbe meglio chiedersi ‘come'”.

Sono parole di Luca Zaccheroni, uno dei più importanti imprenditori turistici di Cesenatico ospite, martedì sera, della sempre interessante trasmissione-social “Chiacchiere e musica… dalla poltrona di casa!” condotta su facebook da Luigi Di Placido, politico ed imprenditore cesenate.

“La sensazione – ha spiegato Zac jr – è che, in qualche modo, si cercherà di non farci perdere almeno luglio e agosto ma, anche se tutti noi vorremmo aprire al più presto le nostre attività, io invito tutti ad una riflessione attenta perché, sul piano imprenditoriale, i rischi non sono trascurabili. In questo momento incassiamo zero, ma spendiamo 2. Aprendo le spiagge potremmo ritrovarci ad incassare 4 ma a spendere 9, rimpiangendo dunque il senso di certe scelte. In ogni caso il tema delle regole, ancora tutte da scrivere, resta centrale perché io capisco l’entusiasmo di tornare in spiaggia, ma se dobbiamo farlo recintati da quattro pareti di plexiglas non mi pare la prospettiva migliore”.

Incalzato da Di Placido, Zaccheroni, gestore del “Maré”, ha provato ad immaginare la spiaggia post-Covid: “Sentiamo parlare tanto di ‘distanze sociali’, ma non credo che, con gli spazi che abbiamo a disposizione sulla battigia, l’ombrellone possa essere il problema prioritario. Allargheremo un po’ i paletti, rinunciando a qualche postazione e magari eviteremo di stendere i lettini a riva, ma non è la spiaggia, secondo me, la criticità più preoccupante. Vedo semmai molto più complicato organizzare il servizio di ristorazione. In ogni caso, bisognerà studiare nuove formule, rinunciando ad alcuni servizi, come ad esempio quello degli eventi e dei matrimoni, e magari pensare a delle innovazioni, come i menù consultabili con gli smartphone o altre varianti che ci consentano di gestire le nostre attività in tutta sicurezza ma anche con un minimo di funzionalità”.

Dopo aver scartato l’ipotesi di un aumento dei prezzi (“in questo momento sarebbe una follia”) e analizzate le tante incognite sul tavolo (“ancora non sappiamo se potremo lavorare solo col bacino emiliano-romagnolo o se saranno consentiti gli spostamenti da una regione all’altra”), Zaccheroni – che a Cesenatico gestisce anche altre attività – si è soffermato sul nuovo format del delivery: “Da un punto di vista imprenditoriale non è una scelta conveniente – ha detto – perché i costi di packaging e di trasporto riducono sensibilmente le marginalità, ma resta comunque un modo efficace per consolidare il rapporto di fiducia con la clientela. La fidelizzazione, del resto, sarà un aspetto sempre più centrale nelle nostre politiche di marketing perché, dopo questa pandemia, torneranno competitive quelle attività che, in questa fase, pur non lavorando o magari facendolo a ritmo ridotto, hanno saputo dare un segno di presenza ai propri clienti”.

Chiosa finale con un coriandolo di ottimismo: “Mi sono accorto proprio in questi mesi, mentre stavo aprendo un locale a Milano, di quanto possa fare la differenza la proverbiale intraprendenza dei romagnoli. Non so quando, ma io credo che, al termine di questa pandemia, tutto tornerà a scorrere come prima. E la Romagna tornerà ad essere quella che è sempre stata, la terra dell’accoglienza e dell’ospitalità”.

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