A Cesenatico cambieranno gli orari. Tranquilli, non si tratta di una nuova ora legale, ma dell’ultima proposta del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che, dopo essersi allineato diligentemente alle indicazioni di Palazzo Chigi, ora – per ridare gas all’intero sistema produttivo – ha iniziato un pressing “felpato ma testardo” su Giuseppe Conte, chiedendogli “di fare in fretta” nel rendere note le linee generali per la fase 2.
“Servono decisioni – ha dichiarato questa mattina al Corriere della Sera – perché non chiediamo di certo che si riapra tutto e subito, ma in alcuni settori si può fare”.
E dopo aver ammesso le preoccupazioni per il “il rischio di uno scontro sociale” e rilanciato “l’allarme liquidità per le imprese del terzo settore”, ecco la cartolina ai 328 sindaci della regione: “Insieme ai primi cittadini dovremo rivedere gli orari delle città, decidere lo scaglionamento delle attività e della mobilità dei lavoratori”. Tradotto, almeno nella prima fase, doppi turni nelle aziende ed orari diversificati nei negozi con aperture ad intermittenza. La questione, lo ribadiamo, è ancora un’idea embrionale che andrà perfezionata, ma gli orari canonici dei nostri esercizi commerciali (9.30-12, 16-19.30 e 21-24) potrebbero non essere più validi per tutti.
Non dovrebbe riguardare invece Cesenatico la rivoluzione dei trasporti pubblici con ingressi contingentati, così come neppure la possibile riapertura delle zone a traffico limitato nei centri storici.
Abituiamoci, invece, ai dispencer di gel disinfettanti, ai termo-scanner e alle mascherine che, secondo il Governatore, “saranno la regola”. Nelle aziende potrebbe inoltre essere inserita una figura professionale che, debitamente formata, diventerà il responsabile del “distanziamento sociale”.
Sul turismo, dopo i tavoli con le associazioni di categoria dei giorni scorsi, è in via di ultimazione il protocollo (steward per verificare le distanze, servizi ai tavoli e in camera come unica opzione, ma nessuna barriera di plexi-glass). Ma – avverte Bonaccini – servono soprattutto “liquidità per gli operatori di quel settore e il bonus vacanze da spendere per i turisti”.
Infine, bar e ristoranti – che saranno tra gli ultimi a tornare alla normalità – potrebbero però iniziare a lavorare anche con l’asporto e non solo con il servizio a domicilio.