di Anna Maria Durante

Pur tra mille difficoltà, anche il canile di Cervia – che come noto si occupa anche del territorio comunale di Cesenatico – in questo periodo di pandemia, prosegue la sua attività. I bisogni dei cani sono sempre garantiti, ma sono tanti i problemi emersi durante queste settimane, come ci spiega Maria Adinolfi, Presidente dell’associazione di volontariato Arca 2005 che gestisce la struttura: “Nel pieno rispetto dei decreti, anche noi abbiamo dovuto limitare al massimo gli accessi. Stiamo cercando di portare avanti l’attività assieme ai due dipendenti dell’associazione e con il contributo dei sette consiglieri. Purtroppo, però, non possiamo più fare accedere i volontari e i lavoratori socialmente utili che collaboravano abitualmente con noi”.

Bloccate anche le adozioni: “Sulla nostra pagina Facebook – prosegue – pubblichiamo tutti i giorni le foto dei nostri cani e le richieste sono davvero tantissime. Ma, senza percorsi pre-affido, le adozioni sono bloccate e dunque i cani sono aumentati in maniera preoccupante. Per questo, le condizioni all’interno della struttura sono ormai disastrose. Del resto, noi siamo abituati a lavorare con un obiettivo chiaro, ovvero trovare una casa per i nostri ospiti, non tenerli in canile per così tanto tempo”.

E, intanto, le attività di recupero sul territorio continuano: “Abbiamo avuto casi di persone che o per questioni economiche o per motivi di salute non potevano più occuparsi dei loro animali – prosegue Maria Adinolfi – ad esempio, da inizio di aprile, ospitiamo in canile una mamma pitbull con i suoi sette cuccioli. I piccoli sono già tutti in pre-adozione, ma ancora non possiamo ultimare il percorso. Speriamo che la situazione torni quanto prima alla normalità e che questi cuccioli possano raggiungere le loro nuove famiglie”. Dopo l’ultimo recupero importante di quattordici cani, in una situazione difficile, ora all’interno del canile di Cervia ci sono davvero troppi esemplari. Di solito il canile ne può contenere al massimo quaranta, ora siamo già sulla cinquantina.

All’interno del canile c’è anche un reparto dedicato ai gatti: “Abbiamo alcuni vani che sono stati riservati all’accudimento dei cuccioli e degli animali feriti. Come associazione, infatti, diamo una mano alle persone che gestiscono le colonie feline sul territorio. In questo momento ci stiamo occupando, in particolare, delle colonie feline che sono gestite da persone che hanno più di 65 anni e che, dunque, sono più esposte ai rischi di un contagio. Questa crisi enorme ha, infatti, colpito anche le gattare. La maggior parte dei gatti che hanno bisogno di cure sono accuditi a casa delle volontarie. Abbiamo donne che ospitano decine di gatti nella propria abitazione. Tutti esemplari in attesa di trovare una nuova famiglia. Noi riusciamo a dare in adozione, ogni anno, circa un centinaio di gatti. Tutti esemplari recuperati, curati, vaccinati e sterilizzati a spese della nostra associazione. Però, per quanti ne affidiamo, altrettanti puntualmente ne arrivano. Questo era il periodo di cattura degli animali randagi nelle colonie feline e, se non vengono sterilizzati adesso, a breve registreremo un pericoloso incremento di cuccioli che porterà ad un’emergenza randagismo sul nostro territorio. Ma purtroppo la cattura per la sterilizzazione, in epoca di Coronavirus, non è contemplata come un’urgenza”.

Le spese da sostenere sono tante e gli introiti si sono quasi azzerati: “La sola convenzione col comune, che ci dà un rimborso spese, non è sufficiente a coprire i costi complessivi del canile. Prima della quarantena organizzavamo tantissime iniziative: attività con le scuole, banchetti informativi, punti di raccolta nei negozi. Avevamo anche tantissimo seguito, per cui tutti i giorni avevamo qualcuno che veniva a farci visita in canile nella nostra bellissima struttura immersa nel verde, un ambiente accogliente. Portavano offerte in denaro, cibo e biscotti. Ci è venuto a mancare molto questo aspetto, sia perché non possiamo più fare le nostre iniziative di raccolta fondi sia perché i visitatori, che erano veramente tanti, con le loro donazioni facevano la differenza”.

I dispositivi sanitari, per altro, rappresentano una ulteriore spesa-extra: “L’acquisto dei dispositivi di protezione sono stati una spesa veramente impegnativa che abbiamo dovuto sostenere. All’interno del canile dobbiamo infatti usare mascherine e guanti tra di noi, ma anche per l’acceso di fornitori e per chi ci garantisce i servizi di manutenzione. Quando andiamo sul territorio per fare recuperi di cani o gatti, gli operatori devono avere occhiali, mascherina ffp2, tute usa & getta, visiera e guanti. Sono spese che incidono veramente tantissimo in questo momento sul bilancio dell’associazione poiché il consumo di questi materiali è enorme visto che, dopo ogni uscita, dobbiamo buttare via tutto”.

Tante le iniziative lasciate in sospeso: “Avevamo avviato un corso gratuito a servizio delle persone che avrebbero adottano un cane, una serata col veterinario e una con l’educatore cinofilo, ma tutto doveva partire proprio nel momento in cui il Coronavirus è arrivato. Manteniamo un supporto telefonico con i cittadini (334 2379233), attivo dalle ore 8 alle 18, per dare informazioni aggiornate sugli animali e sugli obblighi di legge. Avremmo continuato i nostri corsi nelle scuole, i nostri banchetti, i nostri eventi per la raccolta fonti, ma ora tutto è sospeso a data da destinarsi”.

Per chi volesse aiutarvi in questo momento di difficoltà? “Stiamo pensando di lanciare una iniziativa tipo ‘la scatoletta sospesa’ per chi compra in un negozio per sé e magari vuole lasciare qualcosa per gli animali, sul modello insomma di una spesa solidale. Sarebbe già un aiuto importante, soprattutto per le responsabili delle colonie feline. Promuoveremo inoltre la campagna per le adozioni a distanza soprattutto per questi ultimi cagnolini entrati e ci auguriamo di tornare presto alla normalità”.

Per chi volesse aiutare il canile di Cervia con una donazione si può effettuare un bonifico presso la Banca Romagna Cooperativa IBAN IT49U0313923600000000137400 (indicare nome e cognome nel versamento) o, al momento della denuncia dei redditi, destinando il 5 X 1000 dell’IRPEF ad ARCA 2005, mettendo la firma nel riquadro in alto a sinistra: ‘sostegno delle organizzazioni non lucrative…’ e scrivendo il codice fiscale dell’associazione 92062020398.

Gli animali, lo ricordiamo, non trasmettono il virus: “Vogliate loro bene – conclude Maria Adinolfi – vi aiuteranno in questo momento con la loro compagnia e la loro fedeltà”.

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