Che impatto ha avuto il ‘lockdown’ sullo stato di salute dell’Adriatico? Per rispondere a questa domanda, e per rafforzare le misure di tutela del mare, è partito ieri un monitoraggio straordinario per individuare la relazione tra le diminuite pressioni dell’uomo durante il blocco di attività e spostamenti e lo stato degli ambienti marini. Su iniziativa del Ministero dell’Ambiente, il maxi studio si protrarrà fino a metà giugno con la collaborazione di Capitanerie di Porto, Guardia Costiera, Guardia di finanza, Carabinieri e la rete nazionale delle Agenzie ambientali (Ispra – Snpa).
In Emilia-Romagna, spiegano la Regione e l’Arpae, si faranno analisi in 18 stazioni. “L’attività rappresenta una condizione eccezionale per la raccolta di elementi conoscitivi sull’attuale stato delle acque marine – spiega Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente – e consentirà di confrontare gli esiti dei campionamenti sia con i dati già in possesso prima del blocco nonché con le future rilevazioni: una straordinaria occasione per meglio conoscere l’ambiente marino-costiero e definirne le future politiche di tutela”.