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Ma perché hanno chiuso la spiaggia? Facile direte voi… per ragioni di salute. Eppure non tutti la pensano così. La quarantena, del resto, ci ha reso tutti un po’ più diffidenti e – tra cospirazioni, complotti e trame occulte – anche le verità più scontate rischiano di diventare un intrigante romanzo noir. E allora – tralasciando l’esperimento psicologico di massa, l’OPA dei cinesi sulle concessioni demaniali e altre amenità – ecco quattro ipotesi su cui perlomeno riflettere.

RISCHIO PANDEMICO

Alzi la mano chi, dopo il 4 maggio, non si sarebbe fatto una passeggiatina sulla spiaggia… e poi, magari, rispettando le “distanze sociali”, non si fosse steso in riva al mare per godersi – tra sole, sabbia e salsedine – quella familiare sensazione di libertà che, per 40 lunghi giorni, ci hanno negato.

Il pensiero ha sfiorato non solo i 26mila abitanti di Cesenatico, ma anche 117mila forlivesi, 95mila cesenati, 18mila savignanesi, 10mila gambettolesi… insomma, con un’aggiustatina alle nostre auto-certificazioni, avremmo trasformato il 4 maggio in un nuovo lunedì di Pasquetta.

A quel punto sarebbe bastato un solo positivo asintomatico al Covid-19 per soffiare sul braciere pandemico, riaccendere in tutta la Romagna nuovi focolai e, con l’effetto moltiplicatore, far risalire il numero dei contagi. Un’ipotesi eccessivamente allarmistica? Può darsi, ma è esattamente ciò che sta accadendo in Germania, dove la ripartenza è frenata proprio dalla curva dei contagi tornata a risalire.

UNA SPALLATA AL PREMIER

E’ l’ipotesi formulata dalla sindaca di Riccione Renata Tosi, secondo cui “la manovra di chiusura delle spiagge è una chiara prova di forza del Pd contro Conte”. In effetti, che vi siano dei malumori sempre più conclamati all’interno della compagine di governo non è certo una novità.

Con un Premier sempre più dispotico, premiato dai sondaggi e ormai abituato a saltare a piè pari il Parlamento, il Pd rischia di uscire politicamente indebolito da questo lockdown.

Anche perché, diciamo la verità, Nicola Zingaretti – il leader traghettatore che aveva definito il coronavirus “solo una normale influenza” – non è mai stato così ai margini della scena politica.

Da qui il progetto, neppure tanto occulto, di avere un atteggiamento meno indulgente nei confronti del Premier, di cominciare a disobbedire ad alcuni suoi diktat e di lanciare nell’agone politico nazionale Stefano Bonaccini che in tanti indicano come nuovo segretario nazionale del Pd, uno dei pochi politici di sinistra, del resto, ad aver dimostrato di poter battere sul campo Salvini. Lui si schernisce, rivendica il solido pragmatismo della sua politica “del fare”, ma intanto allarga la sua base di consenso accomodandosi – con la barbetta lucente – nel salottino pop di Barbara D’Urso.

PER RISPARMIARE GUAI AI SINDACI

Dato per scontato che la spiaggia il 4 maggio sarebbe diventata la meta prediletta per la prima “vasca” della Fase 2, in caso di probabili assembramenti, sarebbe toccato ai sindaci emanare ordinanze restrittive. Ma, a quel punto, una scelta politica di quel tenore sarebbe stata terribilmente impopolare e avrebbe sottoposto i primi cittadini a spigolose proteste “sottocasa”. Dunque, calandola dall’alta, è probabile che la Regione abbia voluto assumersi fino in fondo la responsabilità politica di questa misura, evitando ai sindaci antipatiche polemiche territoriali.

PER CONTENERE IL DISSENSO

C’è anche chi sostiene che l’ordinanza sia stata creata ad hoc per evitare che, sui 100 chilometri di costa, si svolgessero alcune manifestazione di protesta annunciate proprio per il 4 maggio. L’ipotesi del contenimento del dissenso, però, sembra irrealistica visto che, con le spiagge chiuse, nulla vieterebbe ai dissidenti di manifestare nelle piazze o nei parchi. Le Prefetture sono allertate e i carabinieri stanno indagando nelle varie chat, ma, ad oggi, pensare che l’ordinanza sia stata emanata per frenare un drappello di pacifici commercianti con un cartello al collo sembra piuttosto esagerato.

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