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Dopo l’accordo raggiunto nella notte (ultimo snodo risolto quello sulla regolarizzazione dei braccianti stranieri) è ormai in fase di decollo il Decreto Rilancio, l’ultima concreta possibilità per il nostro turismo di poter sperare in qualche salvifico “aiuto di Stato”.

Ma le premesse non sono per nulla rincuoranti e, anche se i giornali generalisti parlano di 2,5 miliardi di aiuti per il nostro turismo, già sappiamo che – in concreto – per il comparto romagnolo arriverà ben poco. Sicuramente non ciò che serviva per tutelare, anche solo parzialmente, un segmento vitale della nostra economia che, fino a ieri, valeva il 13% dell’intero Pil dell’Emilia Romagna.

In primis, lo stanziamento di 2,5 miliardi è stato collocato sotto la voce “cultura e turismo” che sono due macro-settori di pari dignità ma che, ovviamente, hanno esigenze molto diverse.

A parte la sfumatura, per le nostre strutture turistiche la misura più concreta è la cancellazione, per hotel e stabilimenti balneari, della prima rata dell’Imu che doveva essere versata il prossimo 16 giugno. Il bonus, però, escluderà una vasta platea di beneficiari (a Cesenatico almeno il 50% degli albergatori), visto che varrà soltanto per quelle strutture ricettive gestite direttamente dai proprietari degli immobili e non da affittuari.

La seconda misura che, negli intendimenti del Governo doveva aiutare il settore turistico, è quella dei cosiddetti “bonus da 500 euro” da spendere per le vacanze in Italia. Si tratta, come noto, di un voucher (in parte sotto forma di credito d’imposta) in favore dei nuclei familiari con un reddito Isee fino a 50mila euro per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico-ricettive.

La portata dello stanziamento va ovviamente ridimensionata anche perché è tutto da dimostrare che le famiglie italiane lo utilizzeranno in toto. Inoltre, il credito sarà spendibile dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, dunque il segmento balneare ne usufruirà solo in parte. E forse è anche una bella notizia visto che le modalità del bonus-vacanza hanno sollevato più perplessità che brindisi fra gli operatori turistici, se non altro perché – da quanto è stato anticipato – la scontistica applicata al cliente dovrà essere direttamente anticipata dall’albergatore che verrà poi successivamente rimborsato dallo Stato, probabilmente attraverso una detrazione fiscale. Nel silenzio più assoluto della Politica nazionale, l’unica voce che si è levata a difesa del turismo romagnolo è stata quella dei Renziani di Italia Viva, secondo cui “il credito di imposta abbonato alle famiglie andrebbe trasformato in contributi diretti alle aziende turistiche”.

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