Ha toccato anche Cesenatico la maxi operazione delle fiamme gialle di Ravenna. Gli uomini del comando provinciale hanno sequestrato proprietà riconducibili a due imprenditori di Ravenna. Tra queste anche due Hotel della città.
Si aggiungono a 26 appartamenti in un residence di Lido di Savio, a Ravenna, anche questi riconducibili ai due indagati che operano nel settore turistico-alberghiero. Gli accertamenti economico-patrimoniali, sulla base dei quali è stata ora adottata la misura di prevenzione, sono stati svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna a conclusione di un’attività investigativa che ha riguardato il fallimento doloso di sette società di capitali. A seguito dell’indagine sono state infatti contestate ai due soggetti una serie di bancarotte fraudolente patrimoniali e documentali reiterate dal 2007 al 2016 che hanno visto l’impiego, a detta degli agenti, anche di prestanome e società di comodo.

Secondo le indagini, i due indagati sarebbero riusciti ad accumulare illecitamente milioni di euro, poi reinvestiti nell’acquisizione di altre strutture turistiche e in proprietà immobiliari. La successiva indagine patrimoniale, rivelatasi particolarmente articolata in virtù del periodo temporale di riferimento (oltre 10 anni) e delle numerose aziende e beni facenti capo ai proposti, peraltro ubicati in province diverse, consentiva infatti di rivelare un’evidente divario tra gli esigui redditi leciti dichiarati al fisco dai componenti dei loro nuclei familiari e gli asset patrimoniali a loro riconducibili, tanto da poter ragionevolmente ritenere che, per condotta e tenore di vita, gli stessi vivessero abitualmente con i proventi di attività delittuose e pertanto potessero definirsi soggetti socialmente pericolosi, anche alla luce del loro delineato profilo delinquenziale connotato da una serie di reati a sfondo economico-finanziario, tra cui riciclaggio, dichiarazione fraudolenta, insolvenza fraudolenta e truffa.
Sulla base di queste indagini la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna ha riconosciuto la pericolosità di ordine economico-finanziario dei due soggetti segnalati e la mancanza di ragionevoli giustificazioni circa la legittima acquisizione dei beni individuati, dei quali disponeva quindi il sequestro cautelare finalizzato alla successiva confisca di prevenzione. Sono così scattati i sigilli alle aziende e agli immobili, che saranno ora messi a disposizione di un Amministratore Giudiziario che li gestirà per conto dell’Autorità Giudiziaria.