Dopo averci spiegato, per tutte le festività, che l’Emilia Romagna, sulla scuola, era prontissima a ripartire, ieri – dopo l’ingresso della nostra regione in fascia arancione – il Governatore Bonaccini è stato costretto al dietrofront e a posticipare la campanella per le superiori almeno fino al 25 gennaio. Come lui, per la verità, hanno fatto i colleghi di Piemonte (18 gennaio), Lazio (18 gennaio), Lombardia (24 gennaio), Campania (25 gennaio), Sicilia (30 gennaio), Friuli Venezia Giulia (31 gennaio), Veneto (31 gennaio), Marche (31 gennaio) e Sardegna (1 febbraio).
I provvedimenti – “assunti per proteggerci dalla nuova ondata che ha già investito altri Stati europei” ha spiegato Bonaccini – hanno comunque sollevato le accese proteste di Lega e Forza Italia che hanno contestato il provvedimento e, soprattutto, le motivazioni politiche che l’hanno ispirato.
E così, mentre a livello nazionale, il Movimento 5 Stelle si stringe attorno al suo ministro Azzolina accusando il Pd di “tradimento”, ieri è arrivata la stilettata del segretario della Lega Romagna Jacopo Morrone secondo cui “affermare che la regione sia diventata ‘zona arancione’ per colpa di pranzi e cene in famiglia durante le festività natalizie è per lo meno sconcertante viste le restrizioni fin troppo punitive a cui gli emiliano-romagnoli si sono assoggettati con rassegnazione”.
Bonaccini ha replicato, sempre via social, parlando di decisione “difficile, molto sofferta, anche alla luce del lavoro importante e condiviso con prefetti, aziende di trasporti e ufficio scolastico regionale, fatto nelle settimane scorse per potenziare e riorganizzare i trasporti (prevedendo oltre 500 bus aggiuntivi al giorno), i turni di ingresso e di uscita, le misure ulteriori di tracciamento e screening per tutta la popolazione scolastica”.
“Ho però la responsabilità di conciliare interessi e beni primari, questo sì – ha aggiunto il Governatore – e, se gli esperti mi spiegano che i contagi potrebbero ulteriormente aumentare e i posti letto Covid e di terapia intensiva riempirsi ulteriormente, allora ho il dovere di assumere anche provvedimenti impopolari. Vale per la scuola, su tutto, e vale anche per quelle attività economiche sospese, purtroppo, a causa del virus (per le quali chiederemo al governo ristori certi, cui aggiungeremo entro febbraio 40 milioni di euro di ristori regionali)”.