A chi, ancora oggi, parla di un’influenza “normale” e minimizza gli effetti sanitari di questa pandemia, sottoponiamo un dato oggettivo su cui vale la pena riflettere.
Nell’ultimo anno, nella provincia di Forlì-Cesena, l’aspettativa di vita (ovvero l’età media in cui si passa a “miglior vita”) è crollata di un anno e mezzo per gli uomini e di sette mesi per le donne.
Il Covid, in pratica, ci accorcia la vita. Non siamo a livello di altre province – Cremona, Lodi e Bergamo tornano indietro di 15 anni, quando l’aspettativa di vita era sotto i 79 anni per gli uomini e gli 84 per le donne, contro gli 81,5 e 86 del 2019 – ma il dato desta comunque scalpore. Anche perché, la nostra provincia il prezzo più alto alla pandemia lo sta pagando in questa prima parte dell’anno e dunque è molto probabile che l’età media, nei prossimi mesi, si abbassi ulteriormente.
L’impatto della pandemia sulla nostra speranza di vita è stato stimato in base all’indicatore elaborato dal centro studi Nebo per il Sole 24 ore, che ha pubblicato i risultati della ricerca. La stima, nello specifico, è stata calcolata utilizzando i dati dei decessi nel 2020 e confrontandoli con quelli dell’anno prima e analizzando i bilanci demografici di Istat disponibili e i numeri sulla mortalità.
Sulla base di questi dati algebrici, anche nella nostra provincia l’impatto dei decessi per Covid è stato pesantissimo. In pratica, nella fascia di popolazione con più di 80 anni, i decessi nel 2020 sono cresciuti del 40% tra gli uomini e del 33% tra le donne.
In pratica, l’aspettativa di vita – cresciuta progressivamente negli ultimi nove anni – è tornata ai livelli del 2012 (85 anni e un mese per le donne, 80 anni e 6 mesi per gli uomini). Una regressione che, secondo l’Istat, non ha precedenti statistici e che ci riporta agli anni della seconda guerra mondiale quando le aspettative di vita degli uomini crollarono del 10%.