Si è conclusa un’edizione memorabile di Cesenaticonoir, format che unisce letteratura e live ideato dal direttore artistico Stefano Tura. Per 5 giorni Cesenatico ha catalizzato l’attenzione di lettori, esperti di gialli e di chi era a caccia di brividi. Verasani, De Cataldo, Tripaldi, Crovi, Lucarelli hanno passeggiato per la città di giorno e sono saliti sul palco all’imbrunire per raccontare cosa si cela dietro la ricerca delle atmosfere che ammantano i loro successi di carta.

Intanto in galleria Comunale l’Inferno ha preso forma e Dante un volto. Quello disegnato dall’illustratore Paolo Barbieri, in forze alla Sergio Bonelli editore che ha portato in mostra, ancora visitabile, le tavole della sua ultima opera.
E se la prima sera si è aperta con un fatto di cronaca, la storia della Uno Bianca con in scena i “buoni” della vicenda noir per eccellenza, l’ultimo appuntamento, quello di domenica è stato con il cinema. Pupi Avati ha vestito i panni del saggio e con la sua voce e le sue parole ha stregato il pubblico presente in arena Cappuccini per Cesenaticonoir. Ha dato prova di cosa si intende per horror rurale, definizione attribuitagli da Eraldo Baldini e che ben descrive il genere de la Casa dalle finestre che ridono, film che è stato proiettato in sala.
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Non sono macati gli interventi di Ettore Nicoletti, attore legato al festival da tempo e di Alex Grilli, il maestro seduto al piano che ha dato la giusta atmosfera ai passaggi clou della rassegna. Oltre ad aver firmato la sigla del festival. E come ogni buon evento che si rispetti non appena finita l’ultima edizione c’è già chi pensa alla successiva.
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