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E’ il suo momento. E lui lo sa bene, tanto che ben difficilmente questa volta riuscirà a sottrarsi a quello che lui definisce “il richiamo della gente”.

Del resto, con il Pd ai “minimi storici”, Stefano Bonaccini viene visto come una carta preziosa, forse una delle poche “risorse” all’interno del partito in grado di ridare slancio ad una sinistra uscita con le ossa rotte dall’ultima campagna elettorale.

E così, mentre in passato si era sempre schernito di fronte alle ipotesi di candidature (“Ho altro da fare”, aveva sempre tagliato corto), questa volta la candidatura alla segreteria del Pd è una prospettiva solida e, per la prima volta, il presidente della Regione apre all’ipotesi. Ma con una precisazione: non sarà in alcun modo una “autocandidatura” da lanciare in modo estemporaneo. Il presidente dell’Emilia-Romagna scenderà insomma in campo solo quando sarà il momento: “Io sto ricevendo molte sollecitazioni – ha detto ieri mattina ad Agorà, su Raitre – inutile che lo neghi, da tanti amministratori locali, da iscritti e militanti, anche gente che non ci vota più ma dice ‘prova a candidarti per dare una prospettiva diversa al Pd’. Quando sarà il momento deciderò cosa fare”.

A quel punto, sottolinea, “non sarebbe un’autocandidatura. A me interessa molto poco il ruolo che ricopro, a me interessa se sono utile a svolgere una funzione nell’interesse della parte che devo rappresentare. Credo di essere una persona seria, rispettosa delle regole che ci si è dati, del percorso che Letta ha proposto e che io condivido”.

Dunque “una volta definiti i tempi e stabilite le regole” ci sarà una “fase di ascolto del paese” è solo dopo “si passerà ai diversi contributi e alle candidature”. E’ a quel punto che Bonaccini formalizzerà eventualmente la propria corsa. Di sicuro il presidente emiliano-romagnolo insiste parecchio sui tempi del congresso: non oltre marzo 2023. “Se la scadenza è ai primi di marzo può essere ragionevolmente credibile. Spero non andiamo oltre perché secondo me, a proposito di chi ha detto che si potrebbe andare persino a mesi successivi, forse c’è più interesse e a tenere lo status quo di adesso. E forse non si comprende quali sono le aspettative anche di una parte del paese”.

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