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Dovranno spiegare tante cose i sei cittadini di Cesenatico, proprietari di altrettanti yatch, che avevano immatricolato all’estero le loro imbarcazioni per nasconderle al fisco e pagare meno tasse. Dopo una lunga indagine, infatti, su di loro é arrivata la Guardia di Finanza che ha compilato verbali per 350mila euro, facendo partire nel frattempo una serie di accurati accertamenti. 

A finire nelle maglie delle Fiamme Gialle (reparto aeronavale) ben 31 imbarcazioni di lusso immatricolate all’estero, sei delle quali riconducibili ad imprenditori di Cesenatico (benché battessero bandiera francese, belga e slovena).

Si tratta, per la verità, di una modalità di evasione abbastanza comune, denominata “flagging out”, finalizzata alla riduzione dei costi di gestione. Immatricolando lo yatch in registri navali esteri, infatti, ci si garantisce una significativa riduzione delle spese per permessi, assicurazioni e imposte.

Non si tratta, in assoluto, di un’attività illegale, ma lo diventa quando il proprietario – residente in Italia – non ottempera all’obbligo di dichiarare la disponibilità di tali imbarcazioni nell’apposito quadro Rw del modello di dichiarazione fiscale.

Il valore complessivo dei beni occultati al Fisco, in questo caso, supera 1,2 milioni di euro, mentre le sanzioni amministrative comminate, basate sulle annualità omesse, ammontano a oltre 350mila euro.

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