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“La Bolkestein? Se lavoriamo insieme può diventare una grande occasione”. Ne sono convinti Maria Giorgini, segretaria Generale della CGIL di Forlì Cesena e Gianluca Gregori Segretario Generale della Filcams Forlì Cesena.

Dopo aver rimarcato “le enormi difficoltà delle lavoratrici e dei lavoratori del settore turistico” e sottolineato “con grande preoccupazione l’aumento del lavoro sommerso, sottopagato e sfruttato”, il sindacato dice la sua anche sul tema delle concessioni demaniali: “La Regione Emilia Romagna – spiegano Giorgini e Gregori – ha comunicato di voler individuare una strada Emiliano Romagnola per la gestione dei bandi di gara relativi alle concessioni demaniali. Come Organizzazione Sindacale pensiamo che il tema delle concessioni demaniali non riguardi solo le imprese ma che i percorsi partecipativi e di confronto debbano coinvolgere anche chi rappresenta interessi diffusi e generali come quelli del personale fisso e stagionale”. Per questo Filcams e Cgil di Forlì Cesena chiedono che nei bandi per l’affidamento delle concessioni demaniali “siano inseriti requisiti di qualità delle imprese”.

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Secondo i patronati “la direttiva Bolkestein deve diventare una opportunità per escludere dai bandi chi non applica le regole a partire da chi non applica i contratti nazionali di lavoro e da chi elude le norme sulla sicurezza sul lavoro; nonché, deve essere l’occasione per ridefinire le regole del mercato del lavoro turistico, assicurando al personale fisso e stagionale, attraverso normative e clausole sociali, la salvaguardia della continuità occupazionale, anche in caso di cambio di concessionario. Questa regione ha saputo coglierne le opportunità del settore Turistico generando una fetta significativa di PIL, oggi quel modello è messo in discussione per cui serve un urgente e ulteriore salto di qualità. Per questo non solo chiediamo di essere coinvolti in riferimento alla Direttiva Bolkestein, ma chiediamo anche che le strategie future dei candidati e delle candidate alla Presidenza della Regione tengano conto di quanto ancora dobbiamo compiere per qualificare il sistema turistico emiliano romagnolo che può, in discontinuità con le politiche del Governo che guardano alla via bassa allo sviluppo, essere nuovamente un modello alternativo dove qualità del lavoro e sviluppo possono e devono coesistere”.

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