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Resta un “giallo” la tragica morte di Claudio Bazzocchi, il 65enne dipendente comunale scomparso sabato dopo pranzo e ritrovato in serata ormai cadavere nelle acque del porto canale.

In assenza di testimonianze e di telecamere fisse nell’area, l’unica certezza, per il momento, è che l’uomo era a piedi (e non in bicicletta come di solito si muoveva) e non aveva con sé il telefonino. E da queste evidenze sono partite le indagini della Capitaneria di porto.

Tre, per il momento, le ipotesi: in primis, la causa accidentale, ovvero un malore o un inciampo fatale che ha fatto cadere il 65enne nelle acque del porto canale diventate per lui una “trappola” mortale. Sembra, per il momento, la supposizione più plausibile, anche se è molto strano che un episodio del genere, in una Cesenatico ferragostana gremita di turisti, sia potuto avvenire senza che nessuno se ne accorgesse. L’uomo, tuttavia, era claudicante e già in passato era caduto senza però procurarsi mai serie contusioni. Pare, per altro, che il dipendente comunale anche sabato mattina avesse avuto un piccolo incidente e dunque la strada del “giramento di testa”, dovuto magari al caldo di questi giorni, appare la più fondata.

Poi c’è l’ipotesi dell’aggressione, per il momento destituita di ogni fondamento, ma nessuno può escludere, ad oggi, che Claudio – che lavorava in Comune nell’ufficio economato – sia finito nelle acque del porto per una spinta di qualcuno (un rapinatore?). Infine, c’è l’ipotesi del suicidio, ma anche in questo caso non esistono assolutamente elementi che facciano propendere per un gesto di disperazione ed anche le modalità scelte alimentano più di un dubbio.

Insomma, ad oggi, nessuno sa come sia caduto in acqua. Anche per questo, cioè per scongiurare il coinvolgimento di terzi nella sua morte o che questa sia potuta avvenire a causa di un trauma indotto, il pubblico ministero titolare delle indagini (Federica Messina) chiederà per lui l’autopsia medico legale.

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