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Per arginare la carenza endemica di infermieri dal sistema sanitario nazionale occorre un investimento strutturale pari a un miliardo di euro all’anno. La cifra servirà per aumentare le retribuzioni degli operatori ai livelli europei e rendere così più attrattiva la professione. La proposta arriva dall’Emilia-Romagna, per opera dell’assessore uscente alla Sanità, Raffaele Donini, ricandidato alle prossime regionali.

La proposta è stata presentata nei giorni scorsi a Bologna, insieme alla candidata dem a Ravenna Pitia Di Lorenzo, infermiera di professione. E nei prossimi giorni Donini si farà carico di portarla anche a Roma, in veste di coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni. “Il ministro Schillaci ha detto che lavorerà per portare il Fondo sanitario nazionale al 7% del Pil – sottolinea Donini – noi chiediamo che il primo miliardo serva a questo”.

In Italia, snocciola i numeri l’assessore, mancano ad oggi 65.000 infermieri, di cui 4.000 in Emilia-Romagna. Negli ultimi tre anni sono stati 15.000 i professionisti che sono ‘scappati’ all’estero, di cui un migliaio dalla regione. Ogni anno in media si laureano 14.000 studenti, ma un terzo degli iscritti al corso di scienze infermieristiche abbandona prima della laurea (circa 6.000 studenti). A conti fatti, dunque, “abbiamo 11.000 figure infermieristiche che mancano all’appello ogni anno, oltre 100.000 nei prossimi dieci anni”. La proposta del Pd emiliano-romagnolo è dunque rendere strutturale l’iniziativa già messa in campo nel periodo Covid, alzando (in qualche caso raddoppiando) le varie indennità di funzione e di ruolo per gli infermieri.

Nella proposta di Donini e De Pascale si prevede anche di istituire la laurea magistrale in scienze infermieristiche a indirizzo clinico su sei aree: cure primarie; pediatria; salute mentale; geriatria; area critica; chirurgia.

Il ministero intanto ha avviato le procedure per reperire infermieri indiani da impiegare negli ospedali italiani. “Bene come soluzione tampone – commenta Donini – ma non possiamo fermarci lì. Basta mettere dei cerotti alla sanità, bisogna pensare con respiro lungo. Così non viene aggredita la causa della mancanza di infermieri”.

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