Quando si parla di pesca a Cesenatico val la pena ricordare che una delle grandi attrazioni della città è il porto-canale. Questo per dire che il legame Pesca-Cesenatico è indissolubile. Purtroppo, ancora una volta, il settore lancia quello che può essere definito un sos.

pesca tonni calimero

Al centro del problema c’è la diminuzione delle zone di pesca, soprattutto a nord dove i pescherecci romagnoli, tra cui anche quelli che attraccano in porto, traggono il 50% del pescato. Quindi del guadagno.
Il porto di Ravenna cresce e occupa corsie di mare che prima erano libere. A cui si aggiungono le aree occupate dalle piattaforme, quelle interdette perché zona passaggio tubature e una zona interdetta alla pesca di 41 km quadrati, tra i “fiumi riuniti” e il Savio.
Si aggiungerà anche il parco eolico di ben 85 km quadrati. Progetto che per ora è sulla carta e che pesa come una spada di Damocle sul settore perché sorgerà su una zona particolarmente pescosa.
A primavera arriverà anche il rigassificatore portando con sé gli spettri del reale impatto sull’ecosistema marino.

pesca

La situazione è poi dimostrata dalla spietatezza dei numeri. In circa quindici anni le barche dello strascico a Cesenatico si sono quasi dimezzate. Inoltre dieci anni fa il costo del carburante costava il 40% in meno. L’andamento dei prezzi del carburante è ciclico e l’effetto delle guerre si sente ancora.
I tipi di pesca più interessati da questa restrizione di campo sono quella a strascico e quella a volante per la pesca del pesce azzurro. I pesci più interessati che rischiano di sparire dalle nostre tavole o di ridursi in quantità e essere venduti a prezzi più alti sono quelli tipici. Canocchie, moli, seppioline, calamari e triglie.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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