Un altro stop delle vongolare che saranno ferme in porto fino a giugno. Secondo i pescatori del settore le cause vanno ricercate in ciò che si è vissuto questa estate. Temperatura alta dell’acqua, mucillagine che soffoca le vongole che sono sul fondale e assenza di mareggiate che portano ossigeno.
«Come consorzio Co.Ge.Mo abbiamo fatto dei campionamenti sul fondale da tagliata al Po di Goro. Siamo usciti a ottobre e novembre e i risultati sono arrivati la scorsa settimana. Non abbiamo scelta se non quella di sospendere la pesca delle vongole fino al 3 giugno».

«Le aziende – continua Manuel Guidotti – stanno facendo un enorme sacrificio perché non possono fare altri tipi di pesca per tamponare l’ammanco. E non ci sono fondi di solidarietà per cause imputabili a fattori ambientali. Siamo in una situazione difficile e preoccupante. Così abbiamo scelto di fermarci per far sviluppare le vongole che crescono di un millimetro al mese».
La situazione di crisi riguarda il compartimento che va da Cesenatico a Ravenna e investe 18 pescherecci si cui 11 solo a Cesenatico. «C’è una “cassa integrazione” per i marittimi imbarcati con indennità giornaliera che però riceveranno nel 2026».

Perché questo tratto di mare è così critico per le vongole e quello di Rimini no?
«Il problema delle morìe nel compartimento di Ravenna è storico – spiega Guidotti – e va rintracciato nel fatto che in quel tratto ci sono, tra porti e fiumi, più di 20 scarichi a mare. Il grande punto esclamativo però è stata la successione di alluvione di enorme portata che ha caratterizzato gli ultimi anni a partire dal 2023».
«Quelle alluvioni – sottolinea – si sono riversate sul nostro compartimento. Le correnti marine hanno una direzione da nord a sud e questo fa sì che la nostra sia la “prima linea” dell’afflusso di acqua dolce mista fango, limo in mare. Il fondale non è più sabbioso come un tempo e a ciò si aggiunge la limitatissima zona di pesca in estensione sia lungo la costa che dalla costa».

Ora su un terreno già in crisi pesa l’incognita rigassificatore al largo di Ravenna. Dovrebbe entrare in funzione tra poche settimane. Secondo i pescatori c’è il rischio che l’immissione continua e abbondante di acqua distillata sbilanci la bilancia alimentare.
«Gli associati – conclude Guidotti – sono in una condizione di agitazione e preoccupazione per il futuro. Chiederemo incontri istituzionali per affrontare la problematica».