Venerdì 28 febbraio (ore 20.45) al Museo della Marineria di Cesenatico una serata di approfondimento sul cinema organizzata da Anpi Cesenatico con il supporto di Cgil Forlì Cesena e il patrocinio del Comune di Cesenatico.

Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, grazie anche al nuovo contesto creato dal mercato comune europeo, l’Italia è protagonista – e in certo qual modo “vittima” – di una radicale trasformazione economica, sociale e culturale.  Il boom aveva investito le regioni settentrionali e determinato una migrazione interna imponente e traumatica. La disoccupazione era a livelli bassissimi. I consumi privati esplodevano: le famiglie acquistavano automobili e motociclette, gli elettrodomestici entravano in molte case. Attraverso la televisione (Carosello, tanto per annotare una data, è nato nel 1957), si imponevano nuovi stili di vita e modi di consumare. Si estendeva la lingua italiana: quella standardizzata del piccolo schermo, naturalmente.

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Il cinema, fino a quel momento principale «agente» dell’industria culturale – come produttore di idee, miti, credenze, valori… – cominciava a cedere il passo alla televisione, il creatore egemone di mentalità, valori, miti. Si stava trasformando, pur se lentamente, in un testimone (o una spia) dei tempi che stavano cambiando. Un sismografo. Un “occhio” che registrava direttamente gli avvenimenti. Chi scorra le filmografie dell’epoca ne troverà molti esempi. Diretti e indiretti. Non saranno dunque i sociologi, gli antropologi, i commentatori di costume, gli analisti dei nuovi tempi, gli uomini politici, i giornalisti, ma i cineasti che per primi mostrarono sugli schermi il grande cambiamento che iniziò alla fine degli anni ’50.

Evento a ingresso libero.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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