E’ stata istituita nel lontano 1962 dall’Istituto Internazionale del Teatro, fondato a Praga nel 1948 dall’Unesco, la giornata mondiale del Teatro che ricorre proprio oggi, 27 marzo.

Ogni anno viene chiesto ad un’eminente personalità del mondo del teatro o della cultura, su invito dell’ITI (Istituto Internazionale del Teatro), di elaborare un messaggio internazionale le cui riflessioni sul teatro e sulla cultura della pace vengono diffuse in tutto il mondo.

Per l’edizione 2025 il compito è stato affiato al regista greco Theodoros Terzopoulos, preceduto da Jean Cocteau e dagli italiani prescelti finora ad ora, Luchino Visconti (1973) e Dario Fo (2013).

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“Può il teatro sentire il grido di aiuto che i nostri tempi stanno lanciando, in un mondo di cittadini impoveriti, rinchiusi in celle di realtà virtuale, trincerati nella loro soffocante privacy?”, inizia così il messaggio del regista noto per la sua visione del teatro come rito sacro e universale, nonché molto apprezzato in Italia.

E’ infatti l’assessore regionale alla cultura Gessica Allegni ad affermare che: “In un’epoca di incertezze e trasformazioni, quale quella che stiamo vivendo, il teatro continua a essere uno spazio irriducibile di libertà e creatività che vogliamo e dobbiamo sostenere. Il messaggio del regista Theodoros Terzopoulos in occasione della Giornata mondiale ci invita a riscoprire il valore profondo del teatro come rito collettivo, spazio di resistenza e strumento per ritrovare un senso di comunità. Valori che trovano spazio fertile nella nostra regione, terra di tradizione e passione teatrale, dove 129 comuni su 330 hanno una sede teatrale e sono 117 i teatri storici e 213 le sedi di teatro in generale. A prova del fatto che l’Emilia-Romagna ha saputo custodire la propria tradizione e al tempo stesso innovare rendendo il teatro un luogo di inclusione e partecipazione”.

Un esempio delle esperienze sostenute dalla Regione, il progetto Teatro No Limits – realizzato da ATER Fondazione, che gestisce 16 teatri in regione, insieme al Centro Diego Fabbri di Forlì, in collaborazione con il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione (DIT), Università di Bologna, sede Forlì, che è un esempio virtuoso di sensibilizzazione, inclusione e lavoro per l’accessibilità culturale. Spicca in particolare l’esperienza del Teatro della Regina di Cattolica, dove il progetto è partito in via sperimentale nel 2017. Si tratta di un unicum in Italia, poiché è l’unico teatro che audio-descrive l’intera stagione teatrale, permettendo anche alle persone con disabilità visiva di vivere appieno l’esperienza dello spettacolo dal vivo.

“La Regione sostiene da sempre il sistema teatrale dell’Emilia-Romagna proprio perché è consapevole del ruolo che svolge nel promuovere il senso di comunità e socialità, sollecitando la creatività e il pensiero critico, senza escludere nessuno- incalza Allegni-. Per questo, con bandi di finanziamento, progetti di formazione e promozione, contribuiamo a garantire vitalità a una rete di teatri diffusa su tutto il territorio che spazia dalle grandi istituzioni fino ai piccoli spazi indipendenti. E, investendo nella riqualificazione degli edifici teatrali, ci proponiamo di tutelare il patrimonio storico con l’obiettivo di renderlo fruibile e accessibile a tutte e tutti”.

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