Il Partito Democratico di Cesenatico interviene sulla proposta avanzata da FMGT – Falkesteiner Michaeler Tourism Group – per la città delle Colonie di Ponente.
“L’amministrazione comunale ha preso una posizione chiara e limpida sulla proposta avanzata dal gruppo FMGT per la zona di Ponente per cui mi sembra doveroso partire da un dato – spiega il capogruppo Mario Drudi – perché i numeri sono sempre oggettivi: l’accordo di programma in variante prevederebbe la demolizione di 5 colonie, la realizzazione di un hotel da 113 camere e la costruzione di 4 condomini con 96 appartamenti. In quella zona di Ponente sono presenti in totale 41 colonie, e questo significa che se altri gruppi presentassero proposte analoghe si assisterebbe a una speculazione edilizia mostruosa con una trasformazione in negativo di un intero quartiere. Questa amministrazione non mette in discussione la volontà di realizzare hotel e rta che anzi sono le benvenute ma il punto nodale della proposta risiede nella mole esagerate di residenziale contenuto nella proposta. Chi amministra deve seguire sempre l’interesse pubblico, che è quello della collettività, non quello dei gruppi privati. La zona di Ponente è una zona di grande fragilità territoriale, una zona per cui bisogna operare con serietà tenendo conto del cambiamento climatico in atto: non possiamo pensare, come società, di edificare appartamenti a pochi metri dal mare ignorando i cambiamenti del territorio. Via Colombo inoltre è una via chiusa e senza sbocchi, e questa è un altro aspetto da tenere in considerazione, oltre al fatto che l’accordo previsto da Falkesteiner richiederebbe la chiusura di una strada pubblica che non ci pare una cosa da prendere sottogamba. Ponente non può diventare un’altra Valverde ma la sua trasformazione sta andando nella direzione del turismo all’area aperta, un turismo nuovo e moderno che ci meritiamo. Questa amministrazione ha realizzato tutto l’impianto fognario – nessuno lo aveva fatto prima – e sta procedendo alla riqualificazione del waterfront. Questo è quello che significa riqualificare un’area, ma non tutti sembrano capirlo, quei tutti che parlano a sproposito di ottusità, con toni come al solito eccessivi e fuori luogo”.
“L’accordo di programma proposto è in netto contrasto con le strategie del PUG, un piano ampiamente discusso durante l’ultima campagna elettorale e poi approvato con la cittadinanza che ha espresso una volontà molto netta e chiara – spiega la segretaria Valentina Montalti – e pensiamo che anche in questo caso la città comprenda molto bene la posizione dell’amministrazione. La quota residenziale proposta è eccessiva, e ci tengo a ricordare che per la realizzazione della struttura ricettiva non servono autorizzazioni di sorta e il privato potrebbe cominciare a costruire immediatamente. Cesenatico non può prestare il fianco a strumentalizzazioni di partiti che non tengono in considerazione l’interesse pubblico a discapito dei privati. Il nuovo PUG e la riqualificazione dell’intera zona stanno favorendo l’iniziativa privata – e basta citare il caso dell’Accademia Acrobatica – che investe perché crede in Ponente e lo fa anche nell’interesse pubblico con la riqualificazione in nome di un turismo green, nuovo e di avanguardia”.
Lunedì 31 marzo il consiglio comunale ha approvato la rimodulazione dell’accordo di programma per il recupero dell’ex Colonia Veronese. Con il nuovo assetto, Comune e privati concordano un nuovo piano delle opere pubbliche e una diversa dislocazione delle superfici private originariamente approvate pari a circa 7.600 mq con la grande novità che l’intervento porterà al completamento dei Giardini al Mare da via Montegrappa fino al porto canale e con la realizzazione di una nuova area di parcheggio in via del Tennis oltre alla riqualificazione del parcheggio di 2.600 mq di fronte all’Hotel Eritrea, per un investimento da oltre 2.2 milioni di euro che cambierà il volto di quel tratto di Levante.

“Ci sono dei momenti in cui davanti a degli obiettivi raggiunti – così importanti come in questo caso – è opportuno fare un passo indietro e ricostruire come si è arrivati al traguardo. Nel 2004, l’amministrazione di centrosinistra di Cesenatico ha avuto l’intuizione di realizzare un grande albergo e riqualificare due villini dal valore storico-testimoniale. Questo avrebbe permesso, come poi è accaduto, di dare un nuovo volto a una zona così centrale per il turismo di Cesenatico. L’accordo di programma pubblico-privato è stato firmato nel 2007, con la città ancora amministrata dal centrosinistra. Questi sono fatti incontrovertibili, date, documenti, niente che possa essere messo alla prova da fantasie o elucubrazioni. Lunedì ci siamo trovati in consiglio per portare a termine un lavoro durato anni perché l’amministrazione in carica nel 2013 che si è trovata a gestire i lavori del Da Vinci lo ha fatto in modo pessimo e confusionario rilasciando un permesso di costruire che di fatto ha reso impossibile realizzare le opere pubbliche che l’accordo originario prevedeva. C’erano moltissime cose da sistemare, e questo è stato fatto. La rimodulazione dell’accordo è il frutto di anni di incontri, di studi, di mediazione da parte del sindaco Gozzoli e di tutta l’amministrazione, per sistemare tutti gli errori fatti dall’amministrazione di centrodestra. Il lavoro è stato necessario per due motivi: in primis, tutelare l’interesse pubblico, e l’investimento di 2.2 milioni di euro ottenuto permetterà di completare i Giardini al Mare e completare quello che possiamo definire un grande lavoro; poi, è il passo decisivo per stabilizzare finalmente il Grand Hotel da Vinci, sistemando anni di confusione e incertezza che anche i privati hanno dovuto scontare”.