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metal_detector2Raggi X per il Centro studi dell’energia nucleare belga di Mol, in Belgio. A occuparsi della sua sicurezza post attacchi terroristici c’è anche la romagnola Securitaly. I suoi dispositivi  scansioneranno tutto ciò che passa dai cancelli di quel luogo ritenuto obiettivo sensibile dal governo belga.  E già lo fanno in  stadi, ambasciate, atelier d’alta moda, banche,  aeroporti. «Quando siamo nati nel 2006 non pensavamo che l’allarme terrorismo avrebbe influito sugli ordini, ma credevamo che il discorso sicurezza sarebbe stato sempre più importante», ammette Roberto Terranova, il legale rappresentante dell’azienda.

Quando si varca la soglia del loro quartier generale a Cesenatico sembra di entrare a Fort Knox. Tutti gli apparecchi di sicurezza che rivendono sono in bella mostra nel piano adibito a showroom. «Il nostro mercato principale è quello dei metal detector e degli scanner a raggi X — spiega Terranova — vendiamo in italia e nel resto d’Europa, ad esempio nelle ultime settimane ci ha chiesto un preventivo l’ambasciata italiana a Copenaghen». Anche questo è successo a poche ore dagli attentati di Bruxelles. «Già dagli attacchi di Parigi del novembre scorso c’è stato un aumento esponenziale nella richieste, soprattutto di rilevatori d’esplosivo. Nel mese successivo a quel gravissimo fatto abbiamo avuto un numero di richieste pacchi_bomba_3pari a tutto il 2014.

A oggi è in corso una trattativa con il Belgio, iniziata prima degli ultimi episodi di cronaca, per la sicurezza nei concerti in programma da maggio a luglio». Terranova, in anni di lavoro in Italia e in Europa con il marchio Securitaly, è giunto a un’amara riflessione: «Le richieste ci sono nel momento del bisogno, non si agisce in maniera preventiva e questo accade non solo in Italia, ma anche fuori dai nostri confini. Dopo le autobombe degli ultimi 5 anni nei pressi delle ambasciate all’estero sono fioccate le vendite di dispositivi di controllo sotto i veicoli-. È anche il caso dei pacchi bomba. Dopo il primo allarme di qualche anno fa molte banche hanno chiesto il sistema di controllo esplosivi. Pure Equitalia si è accodata».

È giunta anche la chiamata dallo Juventus Stadium che in clima di allarme rosso post Bataclan ha ordinato metal detector in occasione del match di novembre con il Milan. I sistemi rivenduti da Securitaly sono presenti alla Consob e in ambasciate italiane in zone calde come in Libia, Libano e Afghanistan. Ma anche Gucci, più noto per le sue sfilate che per la diplomazia, si avvale dei servizi dell’azienda di Cesenatico. Più che una domanda per Terranova è un ritornello. Perché c’è chi riesce a entrare nei tribunali o in altri luoghi sensibili armati?

rilevatore_esplosivi_sotto_auto«La problematica — spiega — non è la macchina, ma l’uomo. Se la persona che è addetta al controllo non ha il giusto addestramento o le giuste istruzioni, la macchina potrebbe non fare quello per cui è stata studiata. Ricordo quando al tribunale di Napoli, che ha le nostre strutture, si è seguito il protocollo alla lettera. Si sono create file enormi al punto che è stato necessario aprire in via straordinaria un altro accesso. Con i metal detector si può evitare che qualcuno si avvicini a un personaggio da tutelare con armi e esplosivi. Ma specialmente contro gli ultimi attacchi terroristici a cui assistiamo la chiave della prevenzione è il servizio di intelligence, il resto è un palliativo». Il fatturato conferma l’ipotesi iniziale dei fondatori.

«Abbiamo chiuso il bilancio 2015  a quota 3,5 milioni di  euro (+15% rispetto al 2014). Almeno il 30% del fatturato è costituito dall’export spalmato un po’ in tutta Europa. Già da aprile assumeremo altro personale perché abbiamo sempre aumentato il fatturato in doppia cifra. Investiamo in R&D il 5% del fatturato; è fondamentale perché molti apparati sono obsoleti già dopo 3 anni».Contatti con i servizi segreti? «Sappiamo chi chiamare in casi particolari. Ad esempio se abbiamo una richiesta dall’Iran di un jammer per il disturbo delle frequenze».

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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