Dal 25 agosto scorso, con l’entrata in vigore su tutto il territorio nazionale della legge 154/2016 (che va a modificare parzialmente la legge madre sulla pesca, ossia il decreto legislativo 4/2012), sono scomparsi i reati relativi alla pesca, trasporto, commercializzazione e detenzione di prodotti ittici sotto la taglia minima consentita. Le sanzioni penali però sono state sostituite da verbali amministrativi dall’importo assai più elevato rispetto al passato: si va dai 1.000 euro per le violazioni più lievi, fino ai 75.000 euro per quelle più gravi, con contemperamento della sanzione anche in base al criterio della “proporzionalità”.
Quindi i verbali saranno tanto più salati quanto maggiore sarà il quantitativo di novellame oggetto di contestazione; e nel caso le violazioni dovessero riguardare il tonno rosso e il pesce spada, le sanzioni possono addirittura raddoppiare fino a 150.000 euro. Per il pescatore professionale, poi, è anche prevista, come pena accessoria, la sospensione della licenza fino a 6 mesi o addirittura la revoca in caso di recidiva.
Altre novità, inoltre, riguardano la pesca sportiva e ricreativa: nel caso di cattura giornaliera eccedente i 5 kg, le sanzioni vanno dai 500 euro fino ai 50.000 euro. Anche in questo caso sarà adottato un criterio di proporzionalità, in modo che le sanzioni siano commisurate al quantitativo pescato in eccedenza. E per assicurare che il prodotto pescato durante le battute di pesca sportiva non venga commercializzato, ma destinato ad uso privato, sono state inasprite anche le sanzioni in tale settore: i verbali per il pescatore non professionale che commercializza prodotto ittico possono arrivare fino a 12.000 euro.
Tutti gli operatori marittimi interessati, compresi gli sportivi e gli addetti al commercio, sono invitati a prendere attenta visione del nuovo provvedimento, per la diffusione del quale l’Ufficio Circondariale Marittimo di Cesenatico ha già organizzato incontri informativi a beneficio dei pescatori locali e delle varie associazioni del settore.