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Che fine ha fatto il Rue? L’interrogativo serpeggia in città forse anche per le tante osservazioni presentate dai cittadini poco prima della campagna elettorale. Al momento la faccenda è in un limbo e una nuova legge regionale in arrivo potrebbe sancire un “tutto da rifare”.

rueUna volta approvato in consiglio ad aprile, e sbandierato dalla giunta Buda come la chiave di volta per la città a ridosso delle elezioni, ha ricevuto una diffida dalla Soprintendenza il 9 giugno 2016 (LEGGI QUI). L’istituzione non ha digerito la variante al Psc (Piano Strutturale Comunale) che include gli stabilimenti balneari nel Territorio Urbanizzato, escludendoli dai vincoli paesaggistici. All’elenco si aggiunge la richiesta di chiarimenti dalla Provincia (LEGGI QUI), ente anch’esso in una sorta di limbo che, a quanto pare, non le impedisce di avere voce in capitolo sulla questione. La comunicazione è datata 13 giugno 2016 e se non seguita da uno «specifico approfondimento invaliderà l’efficacia e la realizzazione del Regolamento Urbanistico Edilizio (Rue)».

A far da cornice a questo scambio epistolare tra istituzioni pubbliche c’è il passaggio di testimone o meglio di fascia tricolore da Roberto Buda a Matteo Gozzoli.
Al momento quindi il Rue è «sospeso» e la nuova amministrazione sta aspettando un parere dalla Regione. Ma temporeggiare potrebbe essere una mossa vincente vista l’incertezza del futuro. Secondo quanto trapelato infatti sarebbe, il condizionale è d’obbligo, in dirittura d’arrivo una nuova legge regionale in materia di urbanistica. Al momento è ancora una bozza e una delle ultime versioni è del 3 novembre 2016. Per i comuni che prima dell’entrata in vigore di questa legge hanno adottato rue e psc prevede (articolo 2 comma 4) di unificare e conformare questi strumenti a quelli previsti dal Piano Urbanistico Generale (Pug).

cesenaticoSe attuata, la nuova legge va a sostituire la Lr 20/2000 che prevedeva Rue e Psc sostituendoli con il Pug. Allo stadio dei fatti quindi la situazione è di un Rue che ancora non ha ricevuto il “via libera” dalle istituzioni preposte e una legge regionale che incombe.

L’interrogativo di partenza resta: sarà tutto da rifare? E a livello politico sarà il solito valzer di accuse tra gli schieramenti? Tra le due, una risposta sembra scontata.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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