La presenza di questuanti a presidio degli ingressi di alcuni supermercati cittadini desta malumori, dubbi e sospetti. Una materia borderline dove i punti interrogativi sono tanti e il margine di manovra delle forze dell’ordine “ristretto”.
Tra le info raccolte e di cui vi è certezza c’è il fatto che, ad eccezione di Beppe Rotelle, gli altri questuanti sono nigeriani e provenienti da Ravenna. E da Ravenna si spostano per posizionarsi strategicamente agli ingressi di alcuni supermercati.
Le forze dell’ordine hanno assicurato di monitorare la situazione, ma nelle ultime settimane non sono stati segnalati gravi fatti nei loro uffici al punto da far scattare denunce o altri provvedimenti. C’è da dire che non si possono cacciare da un territorio persone “in regola” per la loro semplice presenza. Al contempo i carabinieri esortano a presentare denuncia anche nel caso in cui qualcuno sia particolarmente insistente.
Secondo quanto riferito da una persona intervistata vicina all’ambiente della strada e che ha chiesto l’anonimato, chi proviene da Ravenna è coordinato da qualcuno che gestisce il racket dell’elemosina e che presidia gli spazi fruttuosi cacciando la “concorrenza”. Il giro d’affari non è di poco conto. Infatti secondo quanto riferito si può incassare anche 300 euro esentasse in una domenica di questua. Cifra raggiunta con la sola presenza in loco.
Il presidio dei punti chiave infatti è un fattore rilevante e alcuni fatti raccontati preoccupano. Almeno un paio di settimane fa infatti, secondo quanto segnalato, un senzatetto che bazzica la città ha provato a chiedere l’elemosina fuori da un supermercato aggiungendosi a un nigeriano e a Beppe Rotelle. Se fosse una parodia sarebbe “Un’entrata per tre”.
Ne sarebbe originato uno screzio con uno dei ragazzi nigeriani che ha chiamato una terza persona, pare un connazionale, che ha accompagnato il senzatetto fino al vicino parcheggio con fare prepotente. Cosa sia successo e detto non è dato saperlo anche perchè non risultano denunce sull’accaduto.
Poi c’è sempre Beppe Rotelle che accusa da tempo di essere “minacciato di morte e cacciato dalla postazione all’ingresso del supermercato dalla banda di nigeriani”. “Adesso – ha aggiunto – hanno mandato anche delle donne a chiedermi che problemi ho con loro, ma ho risposto picche. Ci tengo a sottolineare che tutti quelli con cui ho parlato e anche le forze di polizia tendono a dare la colpa a me”.
Va detto che tempo fa è bastato fermarsi all’ingresso di un supermercato e chiedere due informazioni sia a Beppe Rotelle che a suo “concorrente” per vedere spuntare un collega del questuante nigeriano giungere in pochi minuti dopo la chiamata con il cellulare.
Forse per risolvere la matassa basterebbe riadattare una delle leggi del mercato: dove non c’è offerta non c’è domanda.