Il Giro d’Italia numero 103 – quello che, nella 12ª tappa, dovrebbe partire e arrivare a Cesenatico – come noto, è stato rinviato ad ottobre.
Una scelta, va detto, non presa da Rcs, ma calata dall’alto, col solito sciovinismo francese, dal presidente dell’Uci David Lappartient, che ha subito ratificato la scelta del Tour de France di spostare la partenza dal 27 giugno al 29 agosto.
Fissata quella data, come un effetto domino, l’UCI ha confermato il Mondiale di Aigle-Martigny dal 20 al 27 settembre ed ha collocato il Giro subito dopo il Mondiale e la Vuelta a seguire.
Lappartient, però, a cui interessa in primis la valorizzazione del Tour, si è dimenticato di precisare le date del Giro d’Italia che, per deduzione logica, dovrebbe svolgersi dal 3 al 25 ottobre.
Rcs, organizzatrice della corsa rosa, non ha però gradito e ieri, con un’editoriale di Pier Bergonzi, ha espresso pubblicamente tutto il suo disappunto. Il timore, infatti, è che – rispolverando un vecchio progetto di Lappartient – l’UCI provi per l’ennesima volta a proporre un ridimensionamento del Giro che sarebbe ridotto da 23 a 18 giornate, con un solo giorno di riposo. Un disegno offensivo per la gloriosa storia della corsa rosa studiato solo per esaltare ancora di più l’importanza del Tour de France a cui, infatti, verranno confermate le canoniche tre settimane.
Se, tuttavia, passasse questa linea, Rcs sarebbe costretta a tagliare almeno tre tappe dal suo calendario originario. Ora, difficile – se non impossibile – pensare che la ghigliottina cada proprio sulla tappa di Cesenatico. La logica, infatti, direbbe che ad essere sacrificate saranno proprio le prime tre tappe in terra ungherese che, per altro, alle prime avvisaglie di Covid-19, erano già state cancellate.
A rischiare potrebbero essere anche le frazioni di montagna perché andare oltre i duemila metri a fine ottobre potrebbe comportare seri rischi sul piano del meteo. Insomma, il Giro è ancora tutto da decifrare ma, nel caso in cui davvero si corresse ad ottobre, la tappa di Cesenatico dovrebbe essere salva.