Le modalità sono un po’ azzardate: una maxi-chat whatsapp con quasi 250 operatori turistici e commerciali. Un’arena brulicante di opinioni e punti di vista, alcuni interessanti altri un po’ più temerari – in cui non sarà semplice arrivare alla classica “sintesi condivisa”.

E, infatti, ieri sera, ad un certo punto – tra abbandoni e le solite polemiche da “tuttologi” – sembrava che l’iniziativa stesse pericolosamente degenerando nelle solite, stucchevoli scaramucce social. E, invece, alla fine, l’impalcatura ha retto e questa mattina la chat “Cesenatico” contabilizzava oltre 250 partecipanti.

Comunque vada, siamo di fronte a qualcosa di significativo, al primo grande tentativo da parte del mondo produttivo locale di “fare squadra”, di contarsi, di provare a capire se, nel momento più delicato della nostra storia, è possibile tracciare un percorso comune. Il tutto scolorito da ogni appartenenza politica.

L’esperimento sociale, per il momento, ci dice soprattutto due cose: primo, la preoccupazione per un futuro lastricato di incognite è ai massimi livelli. Senza stagione turistica, molte attività resteranno senza reddito e non basteranno le 600 euro una tantum per evitare il peggio.

Secondo, tanti gestori di attività non si riconoscono più nelle loro associazioni di categoria, le reputano distanti, inconcludenti, decisamente inadeguate ad affrontare l’eccezionalità del momento. E, allora, in poche ore, l’associazione di categoria se la sono fatta da sola.

Le proposte? Una richiesta corale di riduzione delle imposte locali, dalla Tari alla tassa sul suolo pubblico, un’azione unitaria per negoziare i canoni d’affitto con i privati, un’agenda di iniziative condivise da sottoporre all’amministrazione comunale e il fermo convincimento che “se i nuovi protocolli sulla sicurezza toglieranno sostenibilità economica alle imprese”, la riposta – dopo il 4 maggio – potrebbe essere il rifiuto collettivo ad aprire.

Tante proposte sul tavolo e, per il momento, una scadenza che viene considerata catartica: il prossimo discorso del premier Conte. “Sentiamo cosa dice e poi decideremo la strategia”.

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