Dopo il discorso di Conte, tra gli scontenti del “day after”, c’è sicuramente anche il grande popolo della Chiesa che, dopo la lunga quarantena, sperava di riprendere la sua azione pastorale.
Un dissenso unanime da parte del mondo cattolico espresso ieri sera in una nota della Conferenza episcopale italiana nella quale si evidenzia la “decisone arbitraria” del Governo che arriva dopo “un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della Cei, il ministro Luciana Lamorgese e la stessa presidenza del Consiglio” che – lamentano i Vescovi – lasciava presagire ben altri scenari.
E la proroga di sospensione delle Messe non è andata giù neppure a Don Mirko Bianchi che, eri sera, ha subito accesso la sua telecamera e, attraverso i canali social – dopo aver pubblicato un post con la scritta “Help, sono confuso” – ha letto ai fedeli il comunicato della Cei.
Una nota con la quale si ricorda “alla presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico” il “dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.
I Vescovi italiani – si conclude – “non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.
Dopo la pubblicazione della nota della Cei, la Presidenza del Consiglio ha emanato un comunicato in cui “prende atto” della posizione dei vescovi e conferma che “già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.