Sindaco Gozzoli, nessuno – dopo il 4 maggio – si aspettava il “tana libera tutti”, ma la data del 1° giugno fissata per molte imprese del turismo ha lasciato molti operatori senza parole…
“Devo ammettere che anche io sono rimasto sorpreso. Tanti di noi avevano creduto che potesse essere maggio il mese della graduale ripartenza. Io stesso pensavo che, attorno a metà del mese, avrebbero iniziato a riaprire bar, stabilimenti balneari, campeggi, ristoranti ed alberghi. Forse, con il senno di poi, abbiamo atteso questo 4 maggio con aspettative eccessive. Speravamo tutti in qualcosa di diverso, ecco perché posso comprendere la delusione di molti nostri concittadini”.
Dunque, non ci resta che aspettare?
“No, non dobbiamo perderci d’animo. Per il nostro turismo, il 1° giugno vuol dire ‘estate già cominciata’. Per questo, come amministrazione faremo di tutto assieme alla Regione per provare ad anticipare quella scadenza e magari, lavorando sodo, ripartire un paio di settimane prima.
Che cosa vuol dire agli operatori turistici di Cesenatico?
“A loro dico che, anche se siamo tutti in smart-working, queste settimane dovranno servire per preparare al meglio la ripartenza. Nulla è ancora scritto, dunque il mio invito è quello di farsi trovare pronti non appena ci daranno il via”.
Ma dal primo giugno, secondo lei, ci potrà essere una libera circolazione anche tra regioni diverse?
“Io, per quella data, me l’aspetto. Magari una libera circolazione in tutta Italia forse no, ma perlomeno lo sconfinamento tra regioni del centro nord credo sarà ammesso”.
Nel suo discorso, Conte ha parlato di una riapertura di bar e ristoranti il primo giugno, ma non ha mai menzionato alberghi o stabilimenti balneari…
“Vero, ma credo si sia trattato solo di una dimenticanza dettata dai tempi ristretti. In ogni caso, se il primo giugno apro ristoranti e bar, per quella stessa data devo dare il via libera per forza anche a bagni e alberghi. La Regione è al lavoro sul turismo già da una decina di giorni, i protocolli stanno prendendo corpo. Insomma, lo ripeto, il nostro obiettivo è cercare di fare presto”.
A proposito di omissioni, Conte nella sua agenda aveva dimenticato anche la scuola…
“Che, invece, è un altro discorso fondamentale, anche perché tante famiglie, quando ripartirà la stagione, non saprebbero a chi lasciare i loro figli. Per questo, siamo molto impegnati sui centri estivi. Il bando è pronto, attendiamo solo le direttive per poterlo pubblicare”.
Cesenatico ha avuto pochi contagi, segno che le politiche di contenimento da noi hanno funzionato. E’ anche per questo che la gente si aspettava un allentamento delle misure restrittive…
“Il dato locale, in effetti, è più basso rispetto alla media nazionale, però il dato regionale resta quello che è. Anche se il Piemonte ci ha superati per numero di contagi, è pur sempre vero che l’Emilia Romagna resta sul podio delle regione italiane più colpite. E, piaccia o no, è su quel dato che si impostano i ragionamenti e si prendono molte decisioni”.
Anche Cesenatico, con le imposte locali sospese, ha il problema di far quadrare i conti…
“Sì, anche perché la legge non ci consente di chiudere il bilancio con un disavanzo. Grazie alle richieste dell’Anpi sono stati stanziati 3 miliardi di euro per i comuni italiani che, secondo i nostri calcoli, dovrebbero garantire alle casse di Cesenatico tra i 700 e gli 800 mila euro. Meglio che niente, ma è una cifra che, al momento, andrebbe a ristorare meno della metà della tassa di soggiorno”.
Dunque, come risolvere il problema delle risorse?
“Io penso che la leva sulla quale dovremo lavorare è quella di una manovra legata ai fondi crediti di dubbia esigibilità che, negli ultimi anni, hanno visto un irrigidimento delle norme. Noi, come amministrazione, abbiamo un bilancio di 35-36 milioni di euro e, in questo momento, abbiamo un fondo crediti che, mettendo insieme le varie voci, ammonta a quasi 30 milioni di euro. Sono somme immobilizzate per legge sulle quali ci sono contenziosi in corso, come ad esempio l’Imu sulle piattaforme. Questi fondi, il prossimo anno, andranno tutti al 100%. Una manovra che riduca di qualche punto percentuale questo fondo, magari portandolo al 60-70%, ci garantirebbe una serie di risorse immediate che potremmo utilizzare sia per compensare le eventuali minori entrate sia per ridurre la pressione fiscale, intervenendo quindi su Tari e Cosap. E’ una misura, per altro, che per noi e per la comunità avrebbe costo zero”.
C’è una chat di oltre 230 partite Iva che ha appena organizzato una catena umana il prossimo 4 maggio per protestare contro la proroga del lockdown…
“In primis, vorrei ricordare che tutte le manifestazioni di qualsiasi tipo sono vietate sul territorio comunale ed ho ragione di pensare che nulla cambierà dopo il 4 maggio. Per questo il mio invito è quello di valutare altre forme di protesta evitando cortei o comunque pericolosi assembramenti. Ma al di là dei cavilli normativi, capisco lo stato d’animo di questi operatori che, giustamente, sono preoccupati per il loro futuro. Per loro, a parte i 600 euro che dovrebbero essere portati ad 800 il prossimo mese, le risposte fino ad oggi non sono state sufficienti. Però questa è una situazione eccezionale in cui è terribilmente difficile mettere insieme le risorse per aiutare tutte le realtà che ne hanno bisogno. Comprendo la situazione e mi auguro che da questo mese di maggio si riesca a far ripartire tante attività. In questa fase le richieste sono giuste e le proteste anche legittime. Ma la catena umana, per favore, evitiamola”.