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Il governo ha confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni perché – aveva spiegato il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori – “non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori”.

Durante la riunione era stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a rispondere sottolineando che l’esecutivo avrebbe mantenuto la norma per evitare casi di movida, ma palazzo Chigi e il Mise si sarebbero messi al lavoro per “limitare al massimo i divieti” alle sole bevande e alcolici.

Nella bozza entrata in Cdm, però, di modifiche non c’è traccia.

Sempre Boccia ha garantito, nonostante la crisi di governo, “massima priorità” per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi. Tra queste c’è lo sci: gli impianti non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti. Sempre chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri.

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