Non c’è dubbio che, rispetto ad un anno fa, di questo virus sappiamo molto di più, anche se la platea dei contagiati presenta sintomi molto diversi. Tant’è che c’è chi si è ammalato e non se n’è neppure accorto e chi invece, purtroppo, non l’ha potuto raccontare.

E allora, visto che in città il numero dei casi si sta progressivamente alzando (è probabile che, al termine della pandemia, sarà contagiato almeno un decimo della popolazione di Cesenatico), ecco – secondo le linee guida dell’Ausl – una piccola guida in caso di necessità per fare le mosse giuste fin dai primi sintomi.

Le spie da non sottovalutare

Il sintomo cui fare più attenzione è la tosse secca e stizzosa che non passa perché non è una caratteristica dell’influenza classica o del raffreddore di stagione. Da non sottovalutare neppure la sensazione di stanchezza profonda (una vera e propria spossatezza) così come anche il generico mal di schiena. Infine, se non si percepiscono odori e sapori, bisogna mettersi in allarme, così come se si ha una febbre prolungata che non passa dopo 3-4 giorni.

E se ho il Covid?

Niente panico. Se il quadro di salute generale non presenta criticità conclamate, molto probabilmente tutto si risolverà con qualche sintomo non particolarmente importante. Bisogna però evitare rigorosamente il fai da te sui farmaci. Ad esempio, non assumere farmaci a base di cortisone nei primi giorni di comparsa della malattia. Nei primi 5 o 6 giorni, infatti, quando il virus è nel sangue, il cortisone ne moltiplica la replicazione. In una seconda fase invece il cortisone può aiutare, ma non va assolutamente preso autonomamente. Gli antinfiammatori, come la tachipirina, servono invece ad alleviare sintomi come febbre o mal di testa.

Gli indicatori da tenere monitorati

Fondamentale tenere d’occhio alcuni indicatori per capire se la cura a domicilio non basta più e bisogna andare in ospedale. Uno dei primi indicatori è la febbre che non passa da una settimana, l’altro fondamentale è la mancanza di fiato. Sono entrambi segnali che non vanno sottovalutati.

La misurazione di ossigeno nel sangue può essere fatta con il saturimetro da dito (in vendita in farmacia da 19 a 50 euro), da usare due volte al giorno. Va tenuto un minuto, a riposo, con le mani calde e asciutte. Il valore normale solitamente è 99. Bisogna fare attenzione, però, perché ci sono molte interferenze. Ad esempio, se solo una donna ha lo smalto, la saturimetria può risultare sballata. Più lo smalto è scuro e più questo effetto si evidenzia.

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