In arrivo un nuovo appuntamento organizzato dall’Università degli Adulti di Cesenatico al Museo della Marineria, il prossimo 13 febbraio alle ore 16.

L’evento, organizzato in collaborazione con il Centro Sociale Anziani e il Comune di Cesenatico e con la partecipazione di Glamping Cesenatico Camping Village , Associazione Albergatori ADAC, Coop Esercenti Stabilimenti Balneari e Romagna Banca, è una conferenza – spettacolo sulla vita e sulle opere di Olindo Guerrini.

Il pomeriggio sarà organizzato in tre parti:

a) La vita e le opere di Olindo Guerrini (Andrea Pivato e Annamaria Tomassini)

b) Balli e musiche folk tipici del tempo di Olindo Guerrini (Uva Grisa)

c) Sonetti romagnoli (Andrea Pivato e Annamaria Tomassini).

Il baudelarie della Romagna, così definito, nato a Forlì nel 1845 e scomparso a Bologna nel 1916 ha manifestato, fin dai primi anni di scuola presso il collegio di Ravenna, un’insofferenza nei confronti delle regole troppo rigide e delle costrizioni più soffocanti che determinano in lui atteggiamenti di vita scapigliata. Fu infatti allontanato e finì il ginnasio a Torino. Si laureò in giurisprudenza a Bologna ma abbandonò presto la pratica forense per dedicarsi agli studi letterari, diventando primo bibliotecario, poi direttore della biblioteca universitaria bolognese.

Della sua prima raccolta di poesie, Postuma, attribuito a Lorenzo Stecchetti, Guerrini si dichiara ostile alla poesia dell’ultimo romanticismo, quello estremo. Questa raccolta invece è scritta nel più delirante degli stili vicino al maledettismo francese (Baudelaire) e alla scapigliatura. Fu un successo strepitoso: di Postuma, infatti, ne furono ristampate 32 edizioni contro le 12 edizioni delle Odi barbare di Giosuè Carducci, suo maestro.

 

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Per tutta le sue pubblicazioni, Olindo Guerrini, si servì di pseudonimi: Lorenzo Stecchetti, (un suo cugino morto trentenne di tisi) Argia Sbolenfi (poetessa bolognese “poco attraente e poco colta”), Orazio Balossardi (Balòss=monello), Pulinèra (Apollinare, suo amico), Giovanni Dareni, Mercutio (amico dell’Amleto shakesperiano)… L’unico libro che ha scritto col suo nome sono stati i Sonetti romagnoli, postumi, pubblicati nel 1920, per interessamento del figlio Guido, a quattro anni dalla sua morte. 

Due anni dopo pubblica altre due raccolte, Polemica e Nova Polemica contro i critici idealisti. Segue poi il saggio La vita e le opere di Giulio Cesare Croce, e pubblica nel 1880, Studi e polemiche dantesche e due anni più tardi Giobbe. Pubblica poi Serena concezione di Mario Balossardi, poemetto giocoso in quattro canti.

E’ del 1884 il saggio sulla cucina italiana del medioevo, mentre nel 1918 uscirà postuma L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa, contraltare dell’ Artusi sulla cucina povera e popolare. Nel 1897 escono le Rime di Argia Sbolenfi , raccolta di poesie licenziose contro l’ipocrisia della morale conformista e con la prefazione di Lorenzo Stecchetti.

Il volume La bicicletta del 1901 contiene scritti che testimoniano la sua passione per le due ruote. E’ proconsole del Touring Club e ne compone l’inno. E’ un pioniere della fotografia e fonda nel 1896 il Circolo Fotografico Bolognese.

Nel 1903 pubblica Le Ciacole di Bepi, rime in veneto messe in bocca a papa Pio X. 

La casa di Sant’Alberto, donata dal figlio al Comune di Ravenna, ospita la biblioteca comunale ed è stata adibita a casa museo. 

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